Due settimane di english full immersion per imparare divertendosi. Forse a qualcuno può sembrare incredibile, ma è stato proprio così.
Quello che si è appena concluso è l’ottavo anno di city camp: funziona bene la formula di tutors madrelingua che per dieci giorni seguono piccoli gruppi di ragazzi e bambini. I cinque, bravissimi, di quest’anno venivano da Canada, Stati Uniti e Isola di Mann. Pieni di energia per la loro giovane età (erano dai 19 ai 26 anni), preparati prima a distanza nei loro paesi e poi con una settimana “intensiva” da ACLE (l’associazione che propone i city camps) e supportati da uno staff italiano in Collegio, i tutors hanno dato il meglio di sé per rendere l’apprendimento della lingua inglese un gioco da ragazzi. E di gioco per la maggior parte si è trattato, in quanto anche le attività che sembravano più assomigliare a lezioni scolastiche avevano la loro componente ludica. Si partiva sempre con il warm up circle, si passava attraverso tante proposte che variavano ogni giorno e adatte alle varie fasce d’età (culture day, tribal games, water games, camp magazine, escape room….) e si giungeva, stremati per il caldo e il molto fare, al cool down circle di fine giornata.
Nella seconda settimana, una buona parte del tempo è stata dedicata alla preparazione del final show, durante il quale i 5 gruppi hanno mostrato ai genitori, con piccoli spettacoli teatrali, che davvero si può fare inglese having fun. Così, vedendo improvvisati ma abili attori recitare la parte di animali del circo, di super-eroi, di campeggiatori sprovveduti o di maghi all’università di magia, si è potuto dire a tutti quanti “good job!“