LA STORIA

La Scuola “Collegio S. Antonio” è stata fondata ed è diretta dalla Congregazione dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, ente morale senza fini di lucro, riconosciuto dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano.

La sua fondazione risale al 1929, quando la Congregazione acquistò a Busnago la fatiscente villa dei conti Radice – Scotti con l’intenzione di aprirvi una scuola agraria, visto questa sembrava la necessità del territorio. Subito però apparve più urgente la necessità di dare un sostegno scolastico ai figli dei poveri affittuari ed operai del paese, i quali tendevano a disertare la scuola comunale, certo per le esigenze della famiglia o perché  “asinelli”.

 

Per questo (si legge nelle cronache del tempo) “nonostante che l’anno scolastico fosse già avanzato, il primo direttore Fr. Stanislao, ha subito dato inizio ad una scuola diurna ed una serale con promettente successo”.

Era il 15 Gennaio del 1930; questa può essere presa come data ufficiale di nascita del Collegio. In quell’ occasione infatti la casa fu posta sotto la protezione di S. Antonio. E mai scelta fu più azzeccata, viste tutte le volte che, nella non facile storia del Collegio, “santo dei miracoli” dovette rimboccarsi le maniche.

A partire da allora, in un ambiente come la bassa Brianza per anni e anni terra di braccianti agricoli ed operai disagiati, ben lontana dal progresso che recentemente l’ ha baciata, il Collegio è stato uno dei pochi centri educativi efficienti, divenendo via via scuola elementare, poi anche media, poi biennio tecnico, sostituito in fine da un corso completo Liceo Scientifico.

Nel 1935, per rispondere alle esigenze educative degli alunni, che ormai non venivano più dal solo Busnago ma anche dai comuni limitrofi, accanto alla scuola si aprì il vitto o collegio, dove i ragazzi potevano studiare e vivere, risiedendo nella stessa struttura giorno e notte. Era un duro sacrificio per famiglie, educatori ed alunni, ma necessario che nella maggior parte dei paesi mancava la scuola media e, spesso, le stesse scuole elementari erano di ben povero livello.

Per quarant’ anni è durata la fase del Collegio – Convitto, che ebbe il momento più alto quando, nel decennio 1960-1970, in seguito ad un accordo tra i Superiori ed il Comando Generale dei Carabinieri, a Busnago vennero a vivere ed a studiare anche una sessantina di orfani di carabinieri, morti nell’adempimento del loro servizio. Visto che erano di regioni lontanissime e per lo più di modeste condizioni, rimanevano con i Fratelli in Collegio per quasi tutto l’anno. Per loro sì il Collegio diventò la seconda casa …Che ventata nuova, che problematiche e che fermenti d’iniziative nel microcosmo del S. Antonio!

Questa stagione, ardua ma indimenticabile, si chiuse negli anni Settanta, quando prevalse fra gli educatori l’idea che ormai i collegi avessero esaurito la loro funzione. Non si vedeva più la necessità che i ragazzi facessero il sacrificio di vivere tanto tempo lontani da casa, ora che le scuole medie erano sorte in tutti i Comuni.

Anche gli orfani dei Carabinieri poterono tornare agli affetti delle loro case, visto che l’Arma concedeva un adeguato contributo alle loro famiglie.

Grandi trasformazioni andarono, quindi, realizzandosi nel Collegio; sparirono i dormitori e si moltiplicarono le classi e i laboratori. Fu il periodo in cui la flottiglia degli inconfondibili pullman del Collegio, in giro nei paesi per prendere e riportare gli alunni cominciò a crescere in consistenza. Non più collegio -convitto, quindi, ma scuola. Tuttavia il nome “collegio”, che racchiudeva tanta parte della nostra storia, forse la più entusiasmante, non fu cancellato, per non perdere l’idea di “convivenza”, implicita nel nome.

Di fatto, anche ai nostri tempi, la maggior parte degli alunni continua a passare una media di otto ore giornaliere nel collegio, saggiamente distribuite tra scuola, sport, studio, ricreazione e tutte le altre attività d’una normale convivenza. Questa è la nuova funzione che il territorio chiede all’Istituto. Negli ultimi anni, infatti, la laboriosità della gente di Brianza è stata ripagata da uno sviluppo e da un benessere sorprendenti, purtroppo spesso pagati con il sacrificio della vita familiare, che vede assenti per motivi di lavoro ambedue i genitori.

Così il Collegio si è rifatto per molti alunni “seconda casa”, dove la vita è certo più austera, più regolata, più essenziale di quella della “prima” casa, ma certo non meno ricca di stimoli educativi e di schietti sentimenti.

È naturale che anche questa “seconda casa” abbia seguito il progresso della Brianza. I cinque alunni del 1930 sono diventati più di seicento. Attorno al nucleo della fatiscente “casona” signorile, si estende un complesso edificato di quasi 6.000 metri con aule spaziose, laboratori, sale di ricreazione, palestre, teatro, cappella il tutto armonicamente disposto in un’area di circa 5 ettari, attrezzata a parchi, campi da gioco, piste sportive, viali alberati.

Ormai gli alunni, che sono nipoti, figli o compaesani di ex alunni, sanno che vengono al “S. Antonio” per avere “qualcosa in più” (e non solo in termini di studio) in un clima di familiarità e fervore d’opere, ma anche d’austerità, impegno e sacrificio, che sono il sale d’ogni vera crescita, il tutto in uno spirito di fede, comunità e servizio, che restano l’anima di questa comunità educativa.